“Delle cose invisibili e delle cose visibili soltanto gli dei hanno conoscenza certa; agli uomini è dato solo congetturare”. (Alcmeone, medico e filosofo, V secolo a.C.)
Ansa – venerdì 23 settembre 2011
Repubblica – sabato 8 ottobre 2011 Battaglia relatività-neutrini: per ora Einstein resiste. Due settimane dopo l’annuncio dell’esperimento che ha osservato i neutrini più veloci della luce, oltre 70 studi scientifici sono stati pubblicati per tentare di demolire la misurazione, oppure di rivedere la teoria della relatività. […] Intanto martedì il Nobel per la fisica è stato assegnato a tre scienziati che avevano misurato l’espansione dell’universo in accelerazione: osservazione che nel ’98 raccolse solo scetticismo. E il giorno dopo per il Nobel per la chimica è stato scelto lo scienziato israeliano Dan Shechtman , che aveva osservato una struttura della materia da tutti ritenuta “impossibile” e come sberleffo si era visto regalare un manuale di chimica base.
Nonostante lo stupore e la rivoluzione che, nella comunità scientifica, notizie come queste possono comportare, ci troviamo in realtà dinanzi alla conferma dell’unica certezza che abbiamo intorno alle teorie scientifiche: prima o poi saranno ritenute e dimostrate false da successive teorie.
Considerare una teoria, certa ed immutabile, solo perchè etichettata come scientifica, significa andare contro l’essenza della scientificità e cadere nella trappola dello scientismo, ovvero, l’esaltazione pericolosa delle virtù della scienza.
Per chiarire questo concetto bisogna partire dalla nostra testa, e nello specifico, dal pensiero.
Non esistono le cose in quanto tali ma ogni cosa è quello che è alla luce di un’interpretazione. E’ attraverso le parole che noi conosciamo le cose. L’interpretazione si realizza con il pensiero, il quale ha sempre la struttura dell’inferenza. Ma cos’è l’inferenza? Inferire è mettere in relazione determinate premesse ad una conclusione: se A allora B (se piove, allora prendo l’ombrello).
Secondo il filosofo, semiologo e matematico statunitense Charles Sanders Peirce, il pensiero nasce dal dubbio (una esitazione del comportamento) ed è finalizzato al suo superamento. Gli esseri umani utilizzano 4 metodi per uscire dalle situazioni di incertezza:
1) METODO DELLA TENACIA: è il metodo utilizzato da tutte quelle persone che non mettono mai in discussione i propri principi e le proprie idee, neppure di fronte all’evidenza. Ci sono uomini che possono passare la vita tenendo sistematicamente lontano dai loro sguardi tutto ciò che può provocare un cambiamento nelle proprie opinioni.
2) METODO DELL’AUTORITA’: ciò che è giusto o sbagliato, vero o falso, scientifico o anti scientifico, viene stabilito da chi detiene il potere. E’ il metodo dei dogmi che caratterizza le grandi religioni e i governi dittatoriali. Chi ha dei dubbi, chi ragiona con la propria testa e la pensa diversamente è considerato un eretico o un nemico da allontanare o zittire. E’ probabilmente il metodo più utilizzato dagli uomini e quello più efficace per formare l’opinione pubblica di un Paese. Per la massa del genere umano non c’è metodo migliore se il loro impulso è quello di essere schiavi intellettuali.
3) METODO DELLA RAGIONE A PRIORI: si affida come fonte di verità alla sola ragione umana. L’esperienza viene messa in secondo piano. Ciò che conta non è quello che accade ma quello che siamo portati a credere.
4) METODO SCIENTIFICO: si basa sulla formulazione di ipotesi che vengono messe alla prova dall’esperienza. Nasce quando l’uomo si rende conto che la realtà produce effetti sul soggetto indipendentemente dalla sua volontà. E’ il metodo realista in quanto porta alle medesime conclusioni senza dipendere dalle idee e opinioni di chi lo utilizza.
Il metodo scientifico utilizza fondamentalmente 3 tipi di inferenze: deduzione, induzione, abduzione.
La DEDUZIONE applica la regola generale ad un caso particolare. Nel ragionamento deduttivo è sufficiente l’analisi delle premesse per ricavare la conclusione. Esempio: premessa 1 —-> Tutte le palline provenienti da quel cesto sono blu; premessa 2 —> queste palline provengono da quel cesto; conclusione —> queste palline sono blu.
L’inferenza deduttiva porta ad un risultato certo ma non produce nuova conoscenza poichè quanto si afferma nella conclusione è gia implicitamente presente nelle premesse.
L’INDUZIONE procede dal particolare all’universale. Partendo dall’analisi del singolo caso, il ragionamento induttivo, cerca di stabilire una legge generale. Es: p1 —-> questi abitanti sono di questa isola; p2 —-> questi abitanti hanno gli occhi verdi; c —-> tutti gli abitanti dell’isola hanno gli occhi verdi.
L’inferenza induttiva porta ad un risultato che non è certo ma solo probabile. Genera nella conclusione un sapere nuovo solo da un punto di vista quantitativo (tutti gli abitanti dell’isola hanno gli occhi verdi e non solo quelli che ho visto), quindi aumenta la conoscenza ma non produce nuova conoscenza.
L’ABDUZIONE o IPOTESI procede dall’effetto alla causa di un determinato fenomeno. Es: p1 —-> tutti i fagioli di quel sacco sono bianchi; p2 —-> questi fagioli sono bianchi; c —-> questi fagioli provengono da quel sacco.
L’inferenza abduttiva porta ad un risultato possibile, ad un’ipotesi che da una spiegazione del fenomeno. Nella conclusione essa genera nuova conoscenza. Fa passare dall’ignoto al noto.
COME NASCE UNA TEORIA SCIENTIFICA
Si utilizzano i 3 tipi di inferenze nel seguente ordine: abduzione, induzione, deduzione.
Lo scienziato partendo da un problema e dall’osservazione della realtà (effetto), cerca una spiegazione attraverso la formulazione di un”ipotesi possibile (causa): abduzione.
Attraverso sperimentazioni e verifiche positive del fenomeno (particolare), si arriva alla formulazione di una teoria (generale): induzione.
Una volta accettata come vera dalla comunità scientifica (a seguito delle verifiche positive ottenute dalla prova empirica), la teoria diventa regola generale in grado di spiegare i fenomeni particolari: deduzione.
Si forma così una nuova teoria che ha carattere di certezza solo provvisoria in quanto nasce da un’ipotesi solo possibile trasformata dal ragionamento induttivo in probabile.
Nella scienza può essere considerato vero solo ciò che è dimostrato dall’esperienza empirica e resterà vero finchè non si dimostrerà il contrario. Tuttavia, grazie alle opere e al pensiero di Karl Raimund Popper, lo scienziato sa bene che non gli è possibile dimostrare in modo definitivo la verità di una teoria in quanto il numero di prove necessarie alla verifica dovrebbe essere infinito. Ciò che invece la prova empirica può dimostrare in maniera definitiva è la falsità di una teoria (principio di falsificazione).
Bisogna quindi essere consapevoli che nella scienza il vero è provvisorio e il falso è definitivo. Secondo il Prof. Fortunato, tutte le teorie considerate vere in un certo periodo storico derivano da teorie precedenti che si sono rivelate false o che comunque sono state modificate, e che esse stesse, a loro volta, verranno prima o poi ritenute false o saranno riviste. All’inizio e alla fine di ogni teoria scientifica c’è dunque il falso. E’ questa falsità, generatrice di verità provvisorie, a costituire l’essenza stessa della scientificità.
L’errore (il falso) dunque risulta essere parte fondamentale del progresso scientifico. Popper auspica appunto un metodo rivolto principalmente, prima che alla scoperta della verità, alla scoperta dell’errore. Solo scovando l’errore ed escludendo ciò che sicuramente vero non è, ci si può avvicinare alla verità in quanto si circonscriverà sempre di più l’ambito di ciò che potrebbe essere vero. Il probabile infatti, non è l’esclusione della verità ma è il modo che ha l’uomo di stare nella verità; possiamo avvicinarci ad essa solo attraverso adattamenti e correzioni continue delle teorie.
Fonti: – C.S.Peirce “Le leggi dell’ipotesi” Ed. Bompiani, 2003
– S.Fortunato “Nuovo manuale di metodologia peritale” Ed. Ursini, 2007
Molto interessante Mirco.
Ma mica interroghi domani?!Dacci un pò di tempo per assimilare.
Di quanto tempo hai bisogno per assimilare? 😉
Mi sembri uno degli “studenti” più interessati e diligenti che ha l’indifferenziato. Non perdi un articolo, sempre presente in “classe” e nelle interazioni.
Mi auguro che altri seguano il tuo esempio. 😉
Siete voi ad essere interessanti con la maggior parte dei vostri articoli.
Comunque prof non posso essere interrogato,mi giustifico.Sto facendo lo sciopero perchè hanno rilasciato Amanda e Restivo,o Sollecito…faccio confusione a ricordarli tutti…E fin quando non si trova a chi Rody ha fatto da complice io non studio!
E’ Sollecito ad essere stato assolto, Restivo è stato condannato in Inghilterra e verrà condannato anche in Italia. Comunque hai ragione, c’è molta confusione su questi temi. Secondo te Amanda e Raffaele sono colpevoli? Rudy, secondo le motivazioni della sentenza che lo riguarda ha agito con dei complici che per il momento sono ignoti e che, a questo punto, difficilmente verranno scoperti a meno di clamorosi colpi di scena (che ultimamente vanno sempre più di moda). Ma siamo sicuri che in questa storia ci sono dei complici? Attendo le motivazioni della sentenza di Appello per avere qualche elemento in più su cui basare un’opinione.
Il mio dubbio infatti era carico di ironia.Il problema è che si fa sempre più fatica a credere nella giustizia.
Io ho l’impressione che ai piani alti di questa società non c’è solo chi si limita a insabbiare o a omettere i fatti ,ma anche chi ha il potere di inventare la realtà alla quale le masse devono credere.Parlo di omicidi,di politica e non per ultima ‘la crisi’.Sono sicuro che anche quella sia stata architettata per pilotare il denaro pubblico per scopi e vantaggi estranei alla nostra concezione.Nella crisi e coi tagli gli italiani ci vivono da sempre.Non è un’esclusiva di questo momento storico.
Forse,caro Mirco, avrebbe fatto meno male accettare un caffè dall’inquilino diversamente etero del piano di sopra…
L’inquilino in questione è quello di cui parla White Riot nel suo ultimo articolo.
Concordo in parte sul discorso della costruzione della realtà sociale, da chi detiene il potere e controlla l’informazione (proprio per questo l’informazione libera risulta necessaria). Non condivido invece l’idea che con crisi e tagli gli italiani ci vivono da sempre. Di certo non è un’esclusiva di questo momento storico, ma proprio in questo momento storico è particolarmente presente.
Sulla giustizia si dice e si è detto di tutto e di più, spesso a vanvera. Il discorso è molto ampio ma mai, forse, come negli ultimi tempi risultano attuali le seguenti parole: “..un’investigazione approssimativa è in grado di risolvere soltanto i casi più semplici ed elementari, giusto i delitti perpetrati da poveri diavoli, da criminali disorganizzati, passionali ecc. Mentre il criminale in senso stretto, determinato e preparato riesce facilmente a sfuggire alla giustizia……appena il 20% dei criminali noi sappiamo cogliere, nè con molto merito, che anche di questi una buona parte è idiota, imbecille o affamata, e si lascia prendere facilmente, non di rado volontariamente…occorre una polizia scientifica che conosca con esattezza matematica i caratteri dei criminali e i metodi da utilizzare. Con ciò si sarà ottenuto un risultato ben maggiore che colle riforme le più accurate dei Codici, le quali fossero anche, come non sono, intese nel vero senso della sicurezza sociale, non ci potrebbero giovare altrettanto, perchè la prima cosa per difendersi dai delinquenti, ci si scusi la troppa evidenza, è quella…di poterli pigliare”!!! (Cesare Lombroso. Delitto, genio e follia. 1877)
Complimenti per l’articolo,molto interessante.Sei un ottimo professore.. :-)…( dato che si parla di “classe” ).
il tuo commento è di parte Virgola… questa volta nn dovrebbe essere preso in considerazione… ahahahah