I giochi olimpici sono ormai proiettati verso il futuro a Tokyo 2020, ma una delle immagini e storie più commoventi dell’edizione XXXI di Rio De Janeiro arriva dalla gara più importante, la maratona vinta dal kenyano Kipchoge. L’etiope Feyisa Lilesa, medaglia d’argento, giungendo al traguardo fa partire la sua denuncia, alzando al cielo i pugni incrociati, un gesto di protesta, con l’intenzione di mostrare in mondovisione l’oppressione del governo etiope verso il popolo oromo.
E’ lo stesso Lilesa a spiegare in un’intervista il suo gesto: «Il governo etiope sta uccidendo il popolo oromo ed espropriando la sua terra e le sue risorse» e continua «Io sono della stessa tribù, il governo sta uccidendo il mio popolo e per questo sostengo questa protesta ovunque. I miei parenti -rivela- sono in prigione e se parlano di diritti democratici vengono uccisi. Ho alzato le mani per sostenere la protesta del popolo oromo».
In un’altra dichiarazione il podista etiope spiega che ora si sente in pericolo per la sua incolumità e che non sa se tornerà mai in Patria e che molto probabilmente si trasferirà in un altro Paese. Lilesa, inoltre, rischia una sanzione perché il Cio non permette manifestazioni politiche, aggiunge: «Non ci posso fare nulla, era quello che sentivo di fare. C’è un grave problema nel mio paese e fare proteste in Etiopia è molto pericoloso».
Qui l’intervista:
L’Etiopia attraversa un periodo di progressivo sviluppo. Secondo il Fondo monetario internazionale, tra il 2015 e il 2020, l’economia etiope crescerà a una media dell’8,0%, mentre lo sviluppo dell’area subsahariana, pur buona, si ferma al 5,1%. L’altra faccia della medaglia sono appunto le tensioni etniche, in passato gli equilibri tra le componenti sociali venivano gestiti da un rigido controllo da parte dell’etnia storicamente dominante, quella amhara, oggi a gestire questi equilibri è la minoranza tigrina del Nord. In questo contesto, gli oromo, l’etnia maggioritaria con il 32%, non solo è esclusa dal potere, ma oggi si vede sempre più marginalizzata anche nei suoi territori. I piani di sviluppo hanno portato all’espulsione di migliaia di oromo dalle loro case.
Un gesto clamoroso, quello di Lilesa, che rimanda la nostra mente verso altri sportivi che hanno utilizzato il palcoscenico delle Olimpiadi per denunciare ingiustizie e tirannie. Ci sono stati Jesse Owens a Berlino nel 1936, Tommie Smith e John Carlos e il loro pugno nero a Città del Messico nel 1968. Immagini che hanno fatto la storia.
Ieri 21 Agosto 2016 l’immagine che fa la storia è di Feyisa Lilesa e dei suoi pugni incrociati al cielo.
Fonti:
http://www.africarivista.it/99032-2/99032/
http://www.lastampa.it/2016/08/21/sport/speciali/olimpiadi-rio-2016/rio-al-traguardo-il-gesto-delle-manette-di-lilesa-il-governo-etiope-uccide-gli-oromo-OMzriW356KcZ1DR6StQwlJ/pagina.html