Ci siamo!! Finalmente in rete inizia a circolare il primo album da solista di Diego Nota (ex Ultimavera), “Anarchia Cordis”.
Dopo l’ultimo “Ai caduti in bicicletta” con gli Ultimavera, fa il proprio esordio da solista sulla scena italiana con il suo talento ed estro Diego Nota. Supportato da Giovanni Stracqualursi alla chitarra elettrica, da Daniele Pulciani al basso e da Francesco Viselli alla batteria, Diego ci presenta la sua opera prima, autoprodotta: “Anarchia Cordis” – Disco d’esordio di un essere umano sconosciuto. Il termine Anarchia Cordis deriva dal latino e significa Anarchia del cuore.
Un album che già al primo ascolto ti conquista con immagini e sonorità tra le più suggestive, con rimandi a luoghi e età remote per svegliarci increduli nella società attuale, come l’attacco stile Joy Division dell’omonima “Anarchia Cordis” con gli uccelli che migrano a nord con la visione del bianco della luna. Ricordi più vividi dei dodici anni in “Rupestre”, sdraiato sotto gli alberi a pancia in aria, fino al salto ai quaranta anni tutto racchiuso nell’immagine del treno che parte e ritorna. Immaginazione sempre più presente soprattutto nella sopraffina “Cosmonauta”, con le figure delle madri e dei figli come un continuo lait motiv, come del resto le immagini campestri, ora delle paludi e delle viole nel candore più assoluto della neve bianca. Il filo conduttore all’interno dell’album continua con il giorno più bucolico in “Per un pugno di domeniche”, con gli elementi più caratteristici del giorno quali i ciclisti, i calciatori, con la continua chiusura con la rassicuranti effigi delle mamme. Forme riprese immediatamente nella successiva “Radio silenzio”, utilizzando gli umori degli anni ormai passati contrapposti all’ansia dell’avvenire, mentre nella malinconia della provincia più remota splende l’esuberante “Antropoteca”, con tutti i simboli e gli odori del caso, come il più semplice gas o lo iodio. Seguendo il ritmo e il percorso magistralmente segnato dalle melodie e dai testi di Diego Nota, è il momento di “Canzone per i nostri sei piedi”, la preferita di chi vi scrive. Una canzone che può essere racchiusa con la frase conclusiva, «Come un eterno e malinconico stato d’assenza. Addio adolescenza, addio alla prossima esistenza.»
Temi e allegorie come per l’intero album presenti in “Scene della vita di provincia”, feste di compleanno o cicche di sigarette per citarne solo alcuni, sottolineando il dolore di questa assenza e di questa mancanza che alla fine segna. Arriviamo a “San Pietro calamitato”, dove il citazionismo la fa da padrone, fino all’omaggio a un gruppo come gli Afterhours di “Baby fiducia”, sicuramente tra i suoi gruppi adolescenziali preferiti, con il verso «sei sempre pronto a criticare tutti, ma non critichi mai nessuno»… Chiude l’album il nuovo arrangiamento di “Polvere di Rospo”, brano già presente in “Ultimo numero primo”, primo EP degli Ultimavera.
Abbiamo raggiunto il cantautore nostrano, e alla sua attenzione abbiamo posto un paio di domande.
Quali album e autori ti hanno accompagnato durante la gestazione di “Anarchia cordis”?
Se dovessi farti una scaletta dei gruppi che mi hanno più influenzato per la creazione di Anarchia Cordis sarebbe molto lunga, sono molti i gruppi che ascolto con l’intento di prendere idee e atmosfere diverse. Ti citerò quelli più presenti negli ultimi sei o sette mesi: Badley drawn boy, Devandra Banhart, Erland e the carnival, Fleet Foxes, James Blake, Lightships, Beirut, Cloud Control e tanti altri. Poi ci sono i gruppi che ho sempre ascoltato, come per esempio Wilco, Stereolab, Broken social scene, Calexico, Smiths, Talking heads, Suede, Sigur Ros, Tv on the Radio, sono i primi che mi vengono.
Questa avventura è partita due anni fa, non sapevo dove mettere mani, non riuscivo ad arrangiare le canzoni per paura di fare sbagli, non sapendo praticamente quasi un tubo di musica e non avendola mai studiata, ecco perchè ti dico che gli ascolti per me sono stati fondamentali. Ho iniziato dal country di Carter family per passare a Sister Rosetta Tharpe, Albert Ammons, Big Joe Turner, Johnny Cash, Hank Williams e tanti altri che hanno fatto la storia del Rock. Ce ne sarebbero diversi ancora, ed è bello che tu me lo chieda, ti farei una lista enorme in cui mettere anche gruppi italiani come i Massimo Volume, i CSI, Virginiana Miller, Diaframma, Cccp e boh tanti altri anche più recenti.
C’è stata una canzone più difficile, che ti ha impegnato più di altre?
La canzone che mi ha fatto perdere più tempo, la più ostica, quella che non voleva proprio saperne di scorrere fluida è stata Cosmonauta. Se ancora si registrasse su nastro mi sarebbe costata quanto una nuova fiat panda con impianto a metano. Per fortuna con il digitale puoi permetterti di fare tanti errori.
La tracklist di “Anarchia Cordis”:
- Anarchia Cordis
- Rupestre
- Cosmonauta
- Per un pugno di domeniche
- Radio Silenzio
- Antropoteca
- Canzone per i nostri sei piedi
- Scene della vita di provincia
- San Pietro calamitato
- Polvere di Rospo
Le anteprime:
Antropoteca
Polvere di Rospo
L’appuntamento è per venerdì 29 marzo 2013 presso il Dens Live di Frosinone per la presentazione del disco. Non mancate.