Si è svolto ieri, presso il Salone di rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale, l’incontro per contrastare la corruzione e l’espansione delle organizzazioni criminali nel nostro territorio. L’evento, fortemento voluto dal sindaco di Pastena, dott. Arturo Gnesi, ha focalizzato l’attenzione su problematiche che dovrebbero indurre ad una seria riflessione.
Gnesi ha aperto i lavori con la sua relazione introduttiva su “rapporti tra clientelismo, corruzione e mafia”, sottolineando che la corruzione ha un profondo impatto sulla società, riguarda la vita di tutti noi ed è molto presente nel basso Lazio. Non si può rimanere indifferenti anche se le risposte delle Istituzioni mancano.
Successivamente ha preso la parola il dott. Elvio Di Cesare, responsabile regionale dell’associazione antimafia Antonino Caponnetto. Con una cruda analisi del momento storico ha messo in evidenza il degrado politico, economico e istituzionale cui siamo giunti. “A che serve fare le commemorazioni, parlare di legalità, nominare Falcone e Borsellino se poi non si fanno i fatti”? Mancano, secondo Di Cesare, le azioni concrete di denuncia dei malfattori, dei corrotti e dei collusi. Ogni cittadino dovrebbe sentirsi in dovere di controllare, monitorare il comportamento dei rappresentanti delle Istituzioni, invece nota in giro molta indifferenza.
Poi è toccato a noi de L’Indifferenziato, nella persona di Umberto Zimarri, parlare dell’Italia che vorremmo.
Simona Ricotti, vice presidente dell’associazione A. Caponnetto, ha illustrato una proposta per un concreto impegno negli enti locali per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni del crimine organizzato e mafioso. Partendo dal presupposto che questo tipo di lotta dovrebbe essere un impegno imprescindibile di ogni singola amministrazione, innanzitutto non ridimensionando e sottovalutando il fenomeno, Ricotti ha elencato una serie di proposte per il controllo sugli appalti pubblici tra cui: stazione unica appaltante, istituzione di una commissione antimafia per vigilare su appalti e destinazione dei finanziamenti, eseguire tutta una serie di controlli antimafia sugli appalti, applicazione del principio di trasparenza anche sulle società fiduciarie. Il vice presidente dell’associazione Caponnetto, ha inoltre sottolineato che un ruolo centrale nella prevenzione e nel contrasto della corruzione e delle infiltrazioni mafiose, è la trasparenza delle pubbliche amministrazioni, fondamentale per assicurare i valori costituzionali, favorire il controllo sociale sull’azione amministrativa, rispettare il principio di legalità. Gli amministratori inoltre, dovrebbero porre in essere una condotta etica chiara e priva di ambiguità rispetto a propri esponenti e dipendenti che si trovino coinvolti in inchieste o indagini.
L’incontro si è concluso con l’interessante intervento del prof. Augusto Leggio, scrittore ed esperto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Una relazione tecnica notevole che ha toccato svariate tematiche: dai problemi legati all’economia globalizzata al denaro fittizio; dal Prodotto Interno Lordo della criminalità organizzata (è pari al PIL dei paesi più ricchi come la Germania), alla definizione di corruzione in relazione al bene comune (“tutto ciò che viene sottratto al bene comune è corruzione”); dal numero di stazioni appaltanti presenti in Italia (circa 30000), all’unione monetaria in Europa.
Tra il pubblico era presente anche l’Onorevole Anna Maria Tedeschi che, con un breve intervento finale, ha messo in evidenza la necessità di una legge etica superiore in politica, poiché spesso le regole che ci sono vengono aggirate o utilizzate in maniera distorta per interessi personali.