L’otto marzo è un giorno come gli altri. A renderlo speciale sono dei maleodoranti fiori giallastri strappati dagli alberi e rivenduti dai fiorai a greggi di gentleman per un giorno, i quali non vogliono perdere l’occasione di apparire sensibili e principeschi agli occhi delle loro donne, siano esse madri, fidanzate, sorelle, mogli, concubine, escort, amiche e “amiche”. A fine giornata, l’unica femmina ad essere davvero felice sarà la moglie del fioraio. Anzi, visto che oggi si celebra soprattutto l’indipendenza e il valore del gentil sesso, a sorridere saranno le fioraie stesse, titolari dell’attività commerciale. Insomma, si potrebbe dire che l’otto marzo e il due novembre siano la stessa cosa, non fosse per i crisantemi e i lilium in luogo delle tradizionali mimose.
Ma perchè rovinare un dì di festa così importante e profumato, con osservazioni tristemente materialiste degne del più squallido cinismo criptomaschilista? Abbasso il grigiore, viva il colore e il profumo dei fiori, delle donne e della Democrazia Cristiana! (che non c’entra, però c’entra)
Viva tutti gli uomini che settacciano le pagine dei libri di Fabio Volo per riempire il bigliettino allegato al mazzo di mimose che qualche fortunata(?) donna riceverà. Viva gli amici di Facebook che inondano la home con auguri generici ma dettagliati, scialacquando aforismi dei vari Oscar Wilde, John Lennon, Virginia Woolf etc. perchè si sa, certi personaggi sono come il latino: confersicono lustro e autorevolezza alle nostre parole (a proposito di Oscar Wilde: lo sputtanatissimo “le donne non vanno comprese, vanno amate” è quanto di più offensivo si possa dire a una donna). Viva i proprietari di locali e discoteche che organizzano la serata “festa della donna”, per attirare tutti quei disperati onanisti e pseudotronisti dalla camicia aperta sul petto glabro speranzosi di scattare almeno qualche foto circondati da frigide studentesse di economia e biologia. Viva le ragazze single che studiano giurisprudenza e scienze della formazione, le quali affolleranno i suddetti locali dalla serata a tema, sbavando ai piedi del tamarro unto e imbottito di steroidi mentre si dimena nello streaptease maschile. Esse lanceranno urletti, rideranno e dimenticheranno per un attimo il grigiore e la noia delle loro esistenze, prima di andare in bagno in due a vomitare tutti i sex on the beach, gli shot di vodka alla fragola e i malibù che hanno ingurgitato mentre brindavano alla faccia degli uomini stronzi e di quei coglioni dei loro ex (ai quali però ancora pensano). Per qualcuna di loro, l’unico momento di conforto a fine serata sarà l’amica che in bagno le ha retto la testa, tirando indietro i capelli affinchè i ricci domati dalla piastra non si sporcassero di vomito.
Viva le donne insomma, soprattutto quelle che non hanno bisogno di ricevere una mimosa per ridere e ubriacarsi. E per le quali l’otto marzo non vuol dire altro che tredici giorni in meno alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera.
Al di là dell’aspetto legato al business e al desolante folklore di questa giornata, ancora di più dei cocktail alcolici mi danno la nausea tutte quelle iniziative falsamente “politiche” che si scatenano l’8 marzo a favore dell’universo femminile, visto come una rara specie da proteggere e salvaguardare con azioni di sostegno e interventi ad hoc, nemmeno fossimo dei panda in via d’estinzione tutelati dal WWF!
Queste forme enfatizzate di discriminazione al contrario, la retorica maschilista e femminista, l’ipocrisia costituzionale delle cosiddette pari opportunità, oltre ad essere una subdola presa in giro e una sorta di croccantino al cagnolino, contribuiscono a svilire il ruolo della donna nella famiglia e nella società poichè appare sempre più subordinato; invece basterebbe solo un po’ di sano buon senso!
Le donne non sono soltanto quelle tutte casa, fallo e chiesa che rivendicano il valore della verginità fino al matrimonio anche se poi è bello trasgredire due o tre volte l’anno per avere qualcosa di figo da raccontare alle amiche e da confessare al sacerdote della prima comunione, allo stesso modo, gli uomini non sono solo depilatissimi e a a a abbronzatissimi aspiranti tronisti in perenne erezione e privi di identità/personalità.
Naturalmente c’è anche di peggio!
in ogni caso, viva la dignità! ammesso che ce ne sia ancora…