Terremotati e migranti: se anche voi non ne potete più di post, nella maggior parte dei casi fake, che contrappongono, in un’assurda guerra tra poveri, chi scappa su un barcone e chi è stato vittima di un terremoto, ho pensato un prontuario semiserio, ovvero stupido, da contrapporre a tali argomentazioni.
P.s Ci sarebbero teorie economiche, dati istituzionali, logica, umanità e deduzioni ma tutto questo non va troppo di moda nell’Italia del 2019
- Si parte con il grande classico per eccellenza: vuoi più bene a mamma o a papà?
- Cambiando argomento, in seconda posizione c’è una triste conoscenza: preferisci morire di fame non lavorando o morire lavorando a causa dell’inquinamento?
- Si va sui traumi/infortuni: preferisci romperti un dito della mano o uno del piede? Oppure e qui si va un po’ sul personale: lesione al legamento della spalla o a quello della caviglia?
- Categoria Animali: compriamo le crocchette per il cane o per il gatto? Corollario: chi facciamo morire di fame il felino o il migliore amico dell’uomo?
- Categoria Sport: 82 o 2006?
- Affine al punto 1, ma in ambito sanitario, curiamo il nonno o la nonna? Da utilizzare quando le discussioni arrivano fino all’ambito sanitario e al curiamo “Prima gli Italiani”.
- Educazione: preferisci imparare a leggere o scrivere?
- Sventure mattutine: gradisci di più sbattere il mignolo allo spigolo o svegliarti e non trovare l’acqua calda?
- Categoria trash: peggio La D’Urso o il Grande Fratello?
- Estremi geografici: preferisci morire nel deserto a 50 gradi o in Siberia a -40?
Tornando seri, invece, la parola definitiva su questa vicenda è quella di Francesco Pastorella, coordinatore dei Comitati Terremoto Centro Italia, coordinamento che racchiude 114 realtà di tutte le Regioni colpite dal Sisma. Intervistato da Fan Page, si è così espresso.
Siete soddisfatti delle misure proposte dal governo Conte sul terremoto? Sono state accolte le richieste dei terremotati?
Ad oggi nessuna delle promesse che Salvini e Di Maio ci avevano fatto in campagna elettorale sono state rispettate: nessun incentivo per l’occupazione nelle aree terremotate, nessuna No Tax area come avevamo richiesto, non è stato approvato un reddito di cratere per sostenere le persone più in difficoltà, nessuna misura per supportare il turismo nelle regioni coinvolte dai terremoti e nessun aiuto psicologico alle persone colpite dal sisma, tranne quello volontario di associazioni e terremotati stessi. Non è stato neppure suddiviso il cratere in aree a cui dare la priorità in base ai danni subiti. Nulla è stato fatto, e le promesse che hanno garantito consenso a Lega e Cinque Stelle anche in questo territorio sono rimaste sulla carta. Eppure molti terremotati avevano riposto in loro molte speranze, come testimoniano perfettamente i consensi conseguiti dal governo nel cratere.
Il Ministro Salvini contrappone il dramma dei migranti a quello dei terremotati. Come giudicate questa operazione? Avete notato una discontinuità rispetto al governo precedente?
Non partecipiamo alla guerra tra migranti e terremotati, che è una guerra tra poveri che non ci interessa. Noi abbiamo i nostri gravi problemi da risolvere e ci aspettiamo che il governo mantenga fede agli impegni presi coerentemente a quanto da loro stessi rimproverato ai precedenti governi. Non è stato varato nessun provvedimento che soddisfacesse le nostre richieste: sono state risolte solo piccole problematiche e difformità, ma nulla di importante e strutturale. Avevamo chiesto una zona franca per sostenerle piccole imprese e i lavoratori del territorio, avevamo chiesto un reddito di cratere. Ad oggi nulla è stato fatto. Siamo estremamente delusi, ma non ci arrenderemo.
Su Open, invece un ottimo speciale che da voce agli abitanti delle zone colpite dal terremoto, tra le quali troviamo Sonia: ” «Io mi sento offesa», dice Sonia. Ha un agriturismo alle porte del paese. «Mi dispiace che venga usata la nostra realtà per confrontarci con gente che è ancora più disgraziata di noi», dice guardando le foto false di Amatrice postate da alcuni utenti on line contro i migranti. Il 30 ottobre «il terremoto ci ha buttato giù le stalle. Era mattina. La sera stavamo già mungendo, per strada. La vita e la terra non si fermano. Dobbiamo ricominciare dal nostro territorio».