Home / Attualità & Economia / Il Rapporto Oxfam, lo studio McKinsey e le grandi sfide del futuro (1)

Il Rapporto Oxfam, lo studio McKinsey e le grandi sfide del futuro (1)

Il rapporto Oxfam e lo studio McKinsey fotografano due delle grandi sfide che dovremo affrontare nel presente ma soprattutto nel futuro prossimo: la concentrazione del reddito in mano a pochissime persone, causa e al contempo conseguenza delle evidenti distrorsioni e ingiustizie del nostro sistema economico, e lo sviluppo tecnologico che consentirà di sostituire l’uomo in moltissimi lavori. Senza troppa difficoltà si può affermare che dovrebbero essere questi i “pensieri lunghi” che la politica dovrebbe affrontare indicando strade, visioni e ipotizzare soluzioni a livello globale e proprio su questi temi (ri)trovare le differenze essenziali tra destra/sinistra ed alto/basso. La cruda realtà, invece, ci racconta di un mondo politico troppo schiacciato nella cronaca/gossip (quando va bene) del giorno dopo giorno, non interrogandosi sugli errori di ieri e su cosa succederà domani.

Disuguaglianza- Rapporto Oxfam

Rapporto Oxfam: i numeri e i dati su cui riflettere

Per analizzare il rapporto dell’Ong è bene partire dai dati che emergono dallo studio, partendo dal più citato dai media perché probabilmente più impressionante: Circa metà della ricchezza è detenuta dall’1% della popolazione mondiale.

• Il reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo.

• Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale.

• 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni.

• L’1% dei più ricchi ha aumentato la propria quota di reddito in 24 su 26 dei paesi con dati analizzabili tra il 1980 e il 2012.

• Negli USA, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.

A livello concettuale, è bene fissare in mente queste pillole di pensiero come sottolinea l’Oxfam sul suo stesso sito:

  1. Ovunque, gli individui più ricchi e le aziende nascondono migliaia di miliardi di dollari al fisco in una rete di paradisi fiscali in tutto il mondo. Si stima che 21.000 miliardi di dollari  non siano registrati e siano offshore
  2. Negli Stati Uniti, anni e anni di deregolamentazione finanziaria sono strettamente correlati all’aumento del reddito dell’1% della popolazione più ricca del mondo che ora è ai livelli più alti dalla vigilia della Grande Depressione;
  3. In India, il numero di miliardari è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni a seguito di un sistema fiscale altamente regressivo, di una totale assenza di mobilità sociale e politiche sociali;
  4. In Europa, la politica di austerity è stata imposta alle classi povere e alle classi medie a causa dell’enorme pressione dei mercati finanziari, dove i ricchi investitori hanno invece beneficiato del salvataggio statale delle istituzioni finanziarie;
  5. In Africa, le grandi multinazionali – in particolare quelle dell’industria mineraria/estrattiva – sfruttano la propria influenza per evitare l’imposizione fiscale e le royalties, riducendo in tal modo la disponibilità di risorse che i governi potrebbero utilizzare per combattere la povertà.

L’Internazionale,invece, sottolinea altri interessanti spunti, sintetizzando così:

  • Al momento otto uomini possiedono il corrispettivo della ricchezza del 50 per cento della popolazione mondiale. Ecco gli otto miliardari: Bill Gates (75 miliardi di dollari), Amancio Ortega (67 miliardi di dollari), Warren Buffett (60,8 miliardi di dollari), Carlos Slim Helu (50 miliardi di dollari), Jeff Bezos (45,2 miliardi di dollari), Mark Zuckerberg (44,6 miliardi di dollari), Larry Ellison (43,6 miliardi di dollari), Michael Bloomberg (40 miliardi di dollari).
  • L’amministratore delegato di una delle cento aziende più grandi quotate in borsa a Londra guadagna in un anno quanto diecimila lavoratori di una fabbrica tessile del Bangladesh.
  • Una ricerca dell’economista Thomas Piketty mostra che negli ultimi trent’anni la crescita dei salari del 50 per cento della popolazione mondiale è stata pari a zero, mentre quella dell’1 per cento della popolazione mondiale è aumentata del 300 per cento.
  • In Vietnam l’uomo più ricco guadagna in un giorno di più di quello che la persona più povera guadagna in dieci anni.

Rapporto Oxfam: Europa ed Italia

Durante gli anni dell’austerity, dal 2008 in poi, la ricerca evidenzia che il dieci per cento più ricco del continente europeo ha visto crescere la quota di reddito complessivo in maniera evidente. Combinando, infatti, la ricchezza delle 10 persone più ricche in Europa, questa supera il costo totale delle misure di stimolo all’economia attuate in tutta l’UE tra il 2008 e il 2010 (€ 217 bn rispetto a € 200 miliardi). Si segnalano negativamente nella classifica delle disuguaglianze Gran Bretagna e Portogallo.

Anche nel nostro Paese, le disuaglianze in questi anni sono cresciute sensibilmente: riferendosi allo scorso anno, il 2016, la ricchezza complessiva dell’1 per cento degli italiani  è oltre 30 volte la ricchezza del 30 per cento più povero dei cittadini italiani. Questo dato cresca e raggiunge quota 415 rispetto alla parte di ricchezza posseduta dal 20 per cento più povero.  Significativo, inoltre, ricordare che il famigerato “1%” possiede il 25% della ricchezza italiana.

Rapporto Oxfam: 3 grafici

Per sintetizzare e sottolineare ancor meglio i concetti emersi è bene soffermarsi su questi 3 grafici, estratti dallo studio dell’Oxfam.  Il primo riguarda l’andamento della quota di reddito nazionale posseduta dall’1% più ricco, rispetto al 1980. In tutti i paesi esaminati c’è una significativa crescita dello squilibrio, particolamente evidente negli Stati Uniti che praticamente raddoppiano la quota rispetto al 1980. L’Italia si classifica al quinto posto.

Rapport Oxfam

Rapporto Oxfam: la quota di reddito nazionale posseduta dall’1%

Il secondo grafico tratta la percentuale di aumento della quota di reddito dell’1% nel periodo considerato. Primeggiano gli USA, ma sorprendono le posizioni di Svezia e Norvegia, considerate patrie della social-democrazie europee. E’ evidente che anche quel sistema sociale e politico sia evidentemente in crisi. 6 posto per il BelPaese, dietro l’Irlanda (“curata” con l’Austerity) e avanti il Giappone.

Rapporto Oxfam

Rapporto Oxfam: pecentuale di aumento del reddito dell’1% più ricco

Il terzo ed ultimo grafico che ho selezionato mette in relazione le regole di deregolamentazione del mercato finanziario e le disuguaglianze negli USA. Dal grafico, praticamente, emerge una correlazione quasi “proporzionale”.

 

Rapporto_Oxfam_relazione_deregulation_disuguaglianza

Rapporto_Oxfam_relazione_deregulation_disuguaglianza

Rapporto Oxfam: analisi e conclusioni

Dal punto di vista dell’analisi, è bene concentrarsi sullo stretto legame: disuguaglianze economiche -crisi delle istituzioni- rappresentanza popolare:

“Le grandi e crescenti concentrazioni di reddito e ricchezza in molti paesi rappresentano una minaccia globale per società stabili poichè la distribuzione squilibrata della ricchezza distorce istituzioni ed erode il contratto sociale tra i cittadini e lo Stato”.

La concentrazione di reddito e della ricchezza in realtà ostacola la realizzazione di pari diritti e opportunità perché rende rappresentanza politica più difficile per i gruppi svantaggiati, a vantaggio dei gruppi benestanti. Questo è ‘accaduto in passato e se non si prestrà molta attenzione alle tendenze preoccupanti delineati, potrà accadere di nuovo” con tutte le conseguenze del caso.

In ultima analisi, l’Oxfam chiede ai potenti del mondo (a proposito per pagare si pagano 63 mila euro solamente per l’accesso), riunitosi a Davos, di seguire alcune linee guida nella programmazione economica:

  • sostenere una tassazione progressiva e contrastare l’evasione fiscale;
  • astenersi dall’utilizzare la propria ricchezza per ottenere favori politici che minano la volontà democratica dei propri concittadini;
  • rendere pubblici tutti gli investimenti nelle aziende e nei fondi di cui sono effettivi beneficiari;
  • esigere che i governi utilizzino le entrate fiscali per fornire assistenza sanitaria, istruzione e previdenza sociale per i cittadini;
  • adottare dei minimi salariali dignitosi in tutte le società che posseggono o che controllano;
  • esortare gli altri membri delle élite economiche a unirsi a questa causa.

Oxfam chiede inoltre ai governi di affrontare la diseguaglianza reprimendo più severamente la segretezza finanziaria e l’evasione fiscale, anche attraverso il G20; investendo nell’istruzione universale e nell’assistenza sanitaria; e concordando un obiettivo globale che inquadri la disuguaglianza estrema in ogni paese all’interno dei negoziati per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile post 2015.

Fine prima parte (1)

 

 

Commenti

commenti

Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

Rispondi

Il tuo indirizzo eMail non sarà Pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati. *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Sali