La vicenda politica di inzio anno è sicuramente la vicenda di Quarto che ha coinvolto il Movimento Cinque Stelle. Al di là dell’aspetto giudiziario ancora tutto da definire e sul quale non è il caso di fare analisi, vale la pena spendere una breve riflessione sulla vicenda politica e sulla nuvola mediatica che si è sviluppata.
Ora, la questione è seria perché riguarda il punto nevralgico della crisi della legittimità della politica stessa, quella dei rapporti con la criminalità organizzata. Le proteste sguaiate che sono giunte da parte dai maggiori partiti (Pd, addirittura Fi e FdI) lasciano il tempo che trovano proprio perché manca la credibilità adatta a muovere critiche sostanziali. Si sa che la mafia, la camorra e la ndrangheta non hanno colore e decidono di volta in volta su quale partito o referente muovere i voti (abbiamo vissuto varie fasi storiche e territoriali). A Quarto i clan dovevano lanciare un segnale, un messaggio chiaro e/o si erano semplicemente resi conto che a loro avrebbe fatto comodo appoggiare la cosiddetta “rivoluzione” per avere poi riferimenti nel futuro consiglio comunale. La logica è tanto cinica e crudele quanto semplice. In questo caso il tramite, pare sia stato tale De Robbio, consigliere eletto con più voti. Quindi bene e puntuale la cacciata dal partito del soggetto, ma allo stesso tempo ci dovrà essere lo scioglimento del comune. La normativa è chiara. Quello che non torna è l’atteggiamento del “sacro blog” che in meno di una settimana cambia completamente idea a riguardo: si passa dal siamo parte lesa alla richiesta di dimissioni. Autogol clamoroso da parte di Grillo.
Evidente, inoltre, è l’estrema e maniacale attenzione dei media verso la situazione Quarto, stessa attenzione riservata al Sindaco Marino ( a proposito Roma continua a versare nel caos ma non si vede e non si legge un rigo, e lo sciacallaggio anche dei Di Battista in quella situazione è stato penoso) sintomo di una volontà precisa. Sia chiaro questo non è e non può essere un alibi per il M5S ma sentenzia ancora una volta di più il problema dell’informazione in Italia.
Tornando ai Cinque Stelle restano due grossi problemi di analisi e valutazione: la patente sull’onestà ancora oggi rivendicata e la selezione della classe dirigente. Sostenere gli altri rubano, noi siamo gli unici onesti è semplicemente errato (esistono e ci sono persone capaci anche nelle altre formazioni) ma soprattutto si basa su un costrutto che non regge. Un amministratore per essere giudicato serio, preparato ed affidabile deve prima governare dimostrando di avere queste qualità. Non basta far parte della gente, del popolo e di non essere stato iscritto ad altri partiti. Perché purtroppo se si pesca a caso nella società italiana quello che vien fuori non è poi tanto diverso da quello che vediamo nelle sale della Politica.