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L’Indifferenza al giorno d’oggi

Don Gallo sosteneva che L’Indifferenza sia l’ottavo vizio capitale. Come dargli torno: al giorno d’oggi siamo come anastetizzati di fronte agli scempi che accadono davanti ai nostri occhi ogni giorno.
Inermi di fronte allo strapotere economico-militare di una nazione che sta compiendo un vero e proprio genocidio a Gaza.
Distratti, dai nostri piccoli impegni, non siamo più capaci nemmeno di indignarci e di protestare davanti alle immagini dei bambini uccisi, dalle scuole distrutte dalle bombe non si sa per quale ragione.

A cosa serve la politica? Ha senso l’Unione Europea se non è capace di imporsi con azioni ferme e decisi nei confronti di chi spaccia una strage continua con un’azione anti-terrorismo.
Non sarebbe il caso di ripensare un po’ il sistema dell’informazione televisivo se passano più servizi sulla rimozione della Concordia che sulle stragi di Gaza o sull’aereo abbattuto in Ucraina.
A tal proposito, anche in questa storia, a parte dei timidi e balbuzienti comunicati, c’è stato il nulla. In questa condizione di incoscienza razionale, di sonnambulismo cosciente si sta tollerando il comportamento della Russia, che si prende gioco di tutte le regole e dei trattati imposti.

indifferenza
Questa è una riflessione da compiere insieme: a volte è necessario fermarsi e, per l’appunto, riflettere su questo dannato mondo del 21 secolo. Si vive in una società ingabbiata da comode sbarre di elettrodomestici, si può comunicare in un secondo con ogni parte del mondo, ma non riusciamo a “globalizzare” nemmeno per un attimo la rabbia verso le ingiustizie che accadono in altre zone del mondo. Il fenomeno, probabilmente, accade identico e a  cascata  tra le varie  regioni della nazione,  tre le diverse aree della città e arriva fino ai  quartieri. Siamo all’atomismo. Ci si indigna “verso l’altro” solo se il problema riguarda noi. Forse si è perso il vero e più profondo significato della parola comunità e con esso il senso della parola società.

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Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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