Chi scrive è un elettore di centro-sinistra, simpatizzante ed anche elettore di SEL alle ultime elezioni. Ho fatto quella scelta consapevole dei pregi e dei limiti dell’alleanza “Italia Bene Comune” e dello stesso schieramento di Nichi Vendola. Dopo lo sciagurato post elezioni, bene ha fatto Sinistra Ecologia e Libertà a non entrare nelle larghe intese che poco o nulla stanno portando al Paese. Male, invece, vanno le cose per quanto riguarda la risoluzione dei problemi cronici del movimento: il radicamento del partito sui territori (specie in alcune zone) ma soprattutto ancora non si è superato il limite del partito personale/leaderistico. Qual è il rischio attuale quindi per Sinistra Ecologia e Libertà? Che si sciolga nei problemi del leader Vendola. L’infelice stralcio telefonico di questi giorni non dimostra nulla a livello penale, ma ha una valenza enorme sulla credibilità del leader e del partito stesso. La telefonata di Vendola è assimilabile alla vicenda Cancellieri: la politica che si piega alle lobby che ancora una volta è subalterna al potere, che sussurra nei fuori scena ai potenti, per dirla con le parole di Alessandro Gilioli: “ci risiamo con quell’affettuosa complicità fra potenti, con quell’intimità compiaciuta tra il potere politico e la peggiore imprenditoria. Ed è questo che non si tollera più.”
Vendola non ha riso delle persone malate di tumori, come strombazzano gli avvoltoi, ma ha riso di un gesto di prevaricazione verso un giornalista che poneva delle domande. Sbagliato e gravissimo. Senza ombra di dubbio molti provvedimenti della sua amministrazioni sono stati rivolti alla tutela ambientale e del territorio, però per quanto riguarda la vicenda giuridica sulla vicenda Ilva, il presidente della Regione Puglia è indagato, e sarà come sempre la magistratura a fare il suo corso e non sara un giornale, un’ intercettazione e decine di messaggi su facebook a decretare la colpevolezza.
Cosa spero a questo punto da elettore e simpatizzante? Mi auguro che nel congresso che si terrà tra pochi mesi ci sia un adeguamento del gruppo dirigente e magari un cambio di testimone al vertice (auspicabile anche prima della telefonata del Fatto) in modo da risolvere e superare con l’autorevolezza necessaria i problemi cronici del partito, ma sopratutto che lavori con costanza, determinazione alla costruzione di una identità politica collaborando ed interagendo con Landini, Rodotà, Civati, Barca che ci possa far tornare a pronunciare con fierezza e senza indugi la parola sinistra. Probabilmente l’ importante e bella pagina politica della “primavera e del miracolo pugliese”e “delle fabbriche di Nichi” di cui dobbiamo essere fieri e per la quale dobbiamo ringraziare il leader sta finendo ed è tempo di iniziare a scrivere una nuova narrazione.
http://www.gadlerner.it/2013/11/15/nichi-vendola-e-lilva-di-taranto-storia-di-una-sconfitta-politica