Continua, senza soste, l’affannosa ricerca di un sito da destinare a discarica in alternativa a quello di Malagrotta che chiuderà definitivamente il 30 settembre prossimo. La data fatidica è ormai alle porte e alle porte dei palazzi romani Bruxelles intende bussare a suon di milioni di euri nel caso nella “Caput Mundi” non si troverà, almeno sulla carta, un’adeguata soluzione al ciclo dei rifiuti.
Ma c’è un’altra data da tener d’occhio ed è quella del 5 agosto prossimo. In quel giorno dovrà interrompersi il trasferimento dei rifiuti di Roma presso l’impianto di Colfelice, così come stabilito dai decreti emessi nei mesi scorsi dal Commissario straordinario. Le settimane scorrono, tutti i siti finora individuati vengono inesorabilmente bocciati e gli impianti romani per il trattamento meccanico-biologico, come quello di Colfelice per intenderci, ancora non hanno ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni per lavorare a pieno regime. Intanto, in attesa che le autorità pubbliche romane escano dall’ “impasse”, nella quale si sono colpevolmente cacciate, le tonnellate di rifiuti avranno raggiunto dimensioni esorbitanti e la parte residuale del trattamento dovrà necessariamente essere stoccata in discarica. A questo punto, corre l’obbligo di porre alcune domande a coloro che hanno assunto l’incarico di gestire l’emergenza romana:
– Quale invaso sarà preso d’assalto dopo la chiusura di Malagrotta?
– Il comprensorio Roccasecca-Colfelice-San Giovanni Incarico-Pontecorvo sarà nuovamente chiamato a sopperire alle continue inadempienze degli amministratori della Capitale?
– La task-force del Commissario straordinario, istituita “ad hoc” per fronteggiare l’emergenza, e il Ministero dell’Ambiente rispetteranno gli impegni solennemente assunti nei confronti delle popolazioni della Ciociaria?
Non possiamo non essere preoccupati perché, a dire il vero, l’ufficio del commissario finora è riuscito solo parzialmente ad assolvere al suo mandato; infatti, trasferendo i rifiuti da Roma nelle altre province del Lazio, soprattutto in quella di Frosinone, ha praticamente tolto dall’imbarazzo i politici romani dalla responsabilità di adottare scelte o provvedimenti impopolari in occasione delle tornate elettorali dei mesi scorsi. Attualmente, Il Commissario Sottile è più che altro impegnato a far i conti con le proteste, i ricorsi e controricorsi delle comunità sulle cui località di residenza sono ricadute le scelte dei siti da destinare a discarica. D’altro canto resta difficile non solidarizzare con le popolazioni che energicamente si oppongono alla realizzazione di impianti potenzialmente pericolosi per la salute, soprattutto se certe scelte sono imposte d’imperio dalle autorità senza essere precedute da misure basate sul principio di precauzione, che prevede valutazioni scientifiche quanto più possibile oggettive e complete, e da momenti di confronto con i cittadini che con tali impianti sono costretti a convivere.
Fabrizio Di Cioccio – Comitato “CONTRASTO” – Roccasecca