Un affresco musicale della storia del rock & roll a Londra, tra le sue sontuose e magnifiche strade.
Prendiamo un double decker nella Primavera 1958, quando Ian “Sammy” Samwell chitarrista dei “Drifters”, il gruppo di Cliff Richard di quei tempi, divenuti poi “The Shadows”, prendeva il 715 per andare a provare a casa di Richard, che ancora si chiamava Harry Rodger Webb, e componeva questa canzone:
Ian “Sammy” Samwell, l’autore di questa canzone, non ebbe molta fortuna, ma avviò al successo Richard. Fu poi sostituito dal grande Hank Marvin.
Il locale dove loro erano resident band era il “The 2i’s Coffee Bar”, fondato da due fratelli iraniani al 59 di Old Compton Street a Soho. Il locale rimase aperto tra il ’56 e il ’70. Ora lì c’è una targa verde, della Westminster City, dove è impresso “questo è il luogo di nascita del rock & roll britannico”.
Bert Jansch e John Renbourn – “Soho”
Il sublime intreccio delle due chitarre di Jansch e Renbourn molto particolore, e in quegli anni diedero vita allo stile folk chiamato folk baroque, suonando senza plettro e con una tecnica eccelsa. A Londra nella metà degli anni sessanta era questa la musica che si ascoltava e che si voleva ascoltare. Il blues era appena arrivato con le tournée dei grandi artisti americani, su tutti Muddy Waters.
Rimaniamo nel 1966, ma ci spostiamo leggermente verso la periferia, costeggiamo Marble Arch, Lancaster Gate e arriviamo a Notting Hill. Prendiamo la Ladbroke Grove e troviamo Portobello. Il mitico Portobello market, la via multiculturale per eccellenza e anche della controcultura e dell’underground londinese. Cat Stevens sul retro del suo primo 45 giri del 1966, ” I Love My Dog” omaggiò Portobello road.
Cat Stevens – “Portobello road”
Il tributo ad una delle strade più importanti del mondo, dove i ragazzi maggiormente negli anni sessanta si incontravano per suonare, organizzare pieces teatrali, gruppi d’improvvisazione, con musica, teatro, cinema, arte. Un locale molto particolare era l’ “Henekey’s”, che prese la nuova denominazione “Earl of Lonsdale” nel 1979, in pratica era la casa di tutti gli artisti della pop art. Si potevano incontrare da David Hockney a Peter Blake, attori del calibro di Julie Christie e Peter Sellers, come musicisti i Grateful Dead o a fine anni settanta i The Clash.
Lasciamo Portobello road, e arriviamo a coloro che più di tutti cavalcarono l’ondata inglese, sia del Beat prima, e poi della psichedelia, però rimanendo sempre su una posizione critica, satirica, diversa dagli altri gruppi, perché non si fecero mai affascinare dalle mode, del conformismo, e dalle posizioni degli altri gruppi: i The Kinks. Fu il gruppo che più di tutti riuscì a fotografare al momento giusto i vizi e le virtù della società britannica, ma anche dei loro coetanei. Sempre nel 1966 fecero uscire “Dedicated follower of fashion”, dove criticavano apertamente il mondo della moda della Carneby street, il top del momento.
The Kinks – “Dedicated follower of fashion”
“Lui pensa di essere un fiore d’ammirare, e quando s’aggiusta i suoi frivoli pantaloni di nylon ben attillati, pensa di essere un servente seguace della moda, a Regent street a Leicester square, ovunque, marcia la truppa dei carnabiani. Ciascuno servente seguace della moda.”
C’è un parco che è rimasto nella storia del rock & roll, è quello cantato dagli Small Faces, il gruppo mod per antonomasia che se la batteva con gli Who, e nel 1967 ci fu un traghettamento verso l’era psichedelica.
The Small Faces – “Itchycoo Park”
Questa canzone fu bandita dalla BBC perché parlava quasi apertamente dell’uso di sostanze stupefacenti. Qualche anno fa a Carnaby street inaugurarono una targa di ringraziamento, per la carriera musicale, agli Small Faces, essendo diventati una band di culto per i mod.
Continua…
Fonte: RaiRadio2, http://www.mobydick.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-ec8b3050-c39c-4152-b89b-61ac43cb8ac0.html