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San Giovanni Incarico: Il re, la Repubblica e il monumento.

Storie curiose e coincidenze hanno sempre riempito il passato, ma questa a mio parere è davvero molto particolare… Il primo “personaggio” della nostra avventura è il monumento, inaugurato in grande stile nella primavera scorsa, in onore al vice-brigadiere Salvo D’Acquisto. Sono stato  da subito interessato a sapere chi fossero i personaggi citati sulle pila di libri della scultura e la mia “curiositas” in questi giorni mi ha portato a fare una piccola e semplice ricerca. Per il Generale Dalla Chiesa, brutalmente ucciso trent’anni fa dalla mafia e dallo Stato,  non c’è stato bisogno di approfondire, in quanto avevo letto in precedenza libri e visto documentari. Non conoscevo, però,  la storia  degli altri tre martiri dell ‘Arma dei Carabinieri: Alberto La Rocca,Antonio Marandola e Giovanni Battista Scapaccino.

Le vicende di La Rocca e Marandola sono legate tra loro e molto simili a quella di Salvo D’Acquisto. La Rocca, nativo di Sora, e Marandola, nativo di Cervaro, furono uccisi il 24 agosto 1922 a Fiesole. I due carabinieri insieme ad un terzo Fulvio Sbarretti, prestavano servizio come Carabinieri nella stazione di Fiesole e tutti tre decisero di passere in clandestinità per unirisi ai partigiani. I soldati tedeschi minacciarono l’esecuzione di 10 civili se non si fossero consegnati, cosa che fecero prontamente. Ricordare il valoroso gesto dei due carabinieri “locali” è assolutamente corretto, anzi sarebbe  corretto far conoscere e divulgare il loro insegnamento.

Per conoscere  la vicenda di Giovanni Battista Scapaccino, invece, bisogna fare un salto indietro nel tempo ed arrivare nel 1834. Siamo nel pieno del Risorgimento italiano e dobbiamo  addirittura introdurre una figura storica importante come Giuseppe Mazzini, a cui  nel nostro Paese è dedicata, a pochi metri dal nuovo monumento, una Piazza. Sono anni molto particolari e densi di eventi per il patriota italiano: era da poco salito al trono Carlo Alberto e  Mazzini sperava di poter contare sull’aiuto del Re,che in passato si era dimostrato comprensivo e meno reazionario del suo predecessore. Quest’aiuto, però, non arrivò e Mazzini per questo decise di creare la Giovine Italia, associazione che si basava sulla “fratellanza degli italiani credenti in una legge di progresso e dovere” e aveva come simbolo l’attuale bandiera: bianca,rossa e verde con le parole libertà,umanità,uguaglianza da un lato, indipendenza e unità dall’altro. L’obiettivo era chiaro: costituire l’Italia come nazione di soggetti liberi ed uguali.  La propoganda dell’Associazione era stata molto forte in Liguria e in Piemonte, ed è proprio qui che Scapaccino faceva servizio nel reggimento Reggimento “Piemonte Reale Cavalleria.La reazione del monarca, verso la nuova associazione, fu molto dura: ci fu un duro e continuo bagno di sangue nei confronti degli associati.

L’epilogo della nostra storia avvenne il 3 febbraio 1834 nell’invasione della Savoia dove un gruppo di patrioti italiani aiutati anche da polacchi e francesi, guidati da Mazzini  puntava ad occupare la Savoia.  Dal sito dell’arma dei Carabinieri cito testualmente “Nella notte alta, il carabiniere Scapaccino, di quella Stazione, ignaro di quanto era accaduto, tornava a cavallo da Chambery, dove si era recato per servizio. Nonostante la località fosse già occupata, il carabiniere tentò ugualmente di forzarne l’ingresso. Circondato dai ribelli, gli fu ingiunto, sotto la minaccia delle armi, di aderire spontaneamente alla loro causa e di gridare “Viva la repubblica“. Ligio al proprio dovere e pur consapevole che dalla risposta dipendeva la sua vita, il carabiniere oppose un fiero rifiuto, spronando il cavallo nella speranza di superare il cerchio degli armati. Fu un tentativo vano: due fucilate ne troncarono la giovane esistenza.
Con sovrana concessione del 6 giugno 1834 alla Memoria del carabiniere venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Per aver preferito di farsi uccidere dai fuorusciti, nelle mani di cui era caduto, piuttosto che gridare viva la repubblica a cui volevano costringerlo, gridando invece viva il Re. – Ponte des Echelles, 3 febbraio 1834”.

Si si avete capito bene, non c’è stato alcune refuso… Capisco il valore simbolico per i Piemontesi nel 1834, ma nell’Italia del 2012, non c’era nessun Carabiniere che potesse meglio rappresentare il  sacrificio e l’impegno quotidiano dell’Arma?   Perchè è stato deciso di onorare proprio questo carabiniere sul monumento nel nostro Paese visto che non ha alcun legame nè con il nostro territorio,nè con gli altri personaggi presenti sull’opera ma soprattutto  il motivo di questa medaglia d’oro al valore  è un po retrò e alquanto discutibile… Tra l’altro per un assurdo gioco del destino, il nome di Giovanni Alberto Scapaccino è a circa di 100 metri da Piazza Mazzini…

p.s Dimenticavo, W la Repubblica!

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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  1. Tra l’altro wikipedia riporta l’aneddoto che circola a livello popolare nel borgo natìo dell’uomo “secondo cui Giovanni Battista Scapaccino, che era balbuziente, all’intimazione degli insorti di gridare “Viva la Repubblica” avrebbe accettato di adeguarsi, ma si inceppò sull’inizio della parola “Repubblica” e non riuscì ad andare oltre la prima sillaba “Re…” per cui venne ucciso sul posto.”
    Se davvero fosse andata così, non lo definirei eroe ma certamente un mito…anzi il mito originario da cui si sono sviluppate le infinite varietà di barzellette sui carabinieri.
    In ogni caso un Carabiniere Medaglia d’Oro al Valor Militare che porta il nome del Nostro Santo Patrono merita massimo rispetto e venerazione, senza porsi troppi interrogativi.

    p.s. dimenticavo, Viva V.E.R.D.I.

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