Boss ucciso in pieno giorno, una telefonata-trappola per Marino
Terracina sotto shock per l’agguato sul lungomare: i killer hanno freddato il capoclan degli Scissionisti con 8 colpi, poi sono fuggiti su una Punto. Indagini a tappeto della polizia.
L’omicidio che ieri pomeriggio ha creato il panico sul lido terracinese, a pochi passi dallo stabilimento balneare “La Sirenella”, porta impressi i chiari segni di un delitto di camorra. “Moncherino”, così come il boss Marino era conosciuto per via della sua menomazione alle mani (che aveva perso durante lo scoppio di un ordigno), era un abituale frequentatore di quella spiaggia in cui ha trovato la morte. Da anni con la sua famiglia trascorreva le sue vacanze a Terracina.
Una consuetudine che i suoi carnefici conoscevano bene. Secondo le prime ricostruzioni degli agenti della squadra mobile di Latina, che hanno subito avviato indagini a tappeto su tutto il territorio del sud pontino, i killer hanno seguito i movimenti della vittima. Una delle ultime persone a vedere vivo “Moncherino” avrebbe riferito agli inquirenti di una telefonata ricevuta dal boss poco prima dell’agguato.
Il killer è allora sceso dalla vettura guidata da un complice e ha sparato una decina di colpi con una pistola semi automatica calibro 9×21 verso Gaetano Marino, 48 anni, colpendolo 8 volte. La vittima ha provato a fuggire, ma non ne ha avuto il tempo. Il suo omicida l’ha raggiunto e gli ha sparato un ultimo colpo. Poi la fuga, a bordo di una Fiat Punto di colore grigio, che nell’allontanarsi di fretta ha travolto alcuni motorini posteggiati sul bordo della strada.
Gli agenti della Questura di Latina si sono immediatamente messi sulle tracce dei killer, probabilmente due. Posti di blocco sono stati creati in diversi punti delle strade del sud pontino. Probabile però che il commando si sia già liberato della vettura utilizzata per fuggire. Gli investigatori battono la pista della faida tra clan.
tratto da: LatinaToday (http://www.latinatoday.it/cronaca/omicidio-gaetano-marino-terracina-telefonata-trappola-24-agosto-2012.html)