…Eppure il vento soffia ancora
Spruzza l’acqua alle navi sulla prora
E sussurra canzoni tra le foglie
E bacia i fiori, li bacia e non li coglie….
Il dizionario definisce l’uomo come un “mammifero caratterizzato dalla stazione eretta, dallo sviluppo straordinario del cervello, delle facoltà psichiche e dell’intelligenza, dall’uso esclusivo del linguaggio simbolico articolato e dalla conseguente capacità di fondare, trasemettere e modificare una cultura”. Molti contesterebbero la ristrettezza di tale definizione: non rende abbastanza giustizia a tutto quello che è racchiuso nell’essenza stessa dell’essere umano, in grado di ergersi al di sopra di qualsiasi altra specie vivente.
Personalmente dico che ho smesso di credere nell’uomo già da un po’. Qual mammifero caratterizzato dalla posizione eretta e da uno straordinario sviluppo del cervello presenta una innata tendenza distruttiva, verso se stesso, verso i suoi simili e verso gli altri esseri viventi . La sue facoltà psichiche e la sua intelligenza troppo spesso sono a servizio di azioni barbare, sopra le quali sventola la fiera bandiera del progresso. E’ nel nome di presunte culture superiori e di quella capacità di trasmetterle ( o imporle) che si sono combattute le peggiori guerre della nostra storia.
Negli ultimi anni l’immensa stupidità dell’animale in questione è andata ad intaccare in maniera indelebile la componente principale della vita stessa: l’ambiente che ci ospita. Forte del falso bisogno di uno sviluppo intenso, forsennato e non sostenibile, l’uomo distrugge, inquina e sfrutta senza ratio le risorse naturali che ha a disposizione.
Il sito Mother Nature Network ha recentemente stillato una classifica dei 15 luoghi più inquinati del mondo. Scorrendo le immagini di devastazione, di seguito proposte, è necessario iniziare a fare i conti con noi stessi, colpevoli unici di questo immenso scempio.
1) CITARUM RIVER, INDONESIA
Il fiume Citarum scorre in Indonesia, nei pressi della capitale Giacarta, ed è stato battezzato come il fiume più inquinato del mondo.
Le cause di un simile disastro ambientale sono riconducibili innanzitutto alla presenza lungo le sue rive di un’industria scellerata, che scarica illegalmente reflui, tossici e non, senza idoneo trattamento depurativo. Va inoltre considerato che sulle sponde del Citarum River si ammassano circa nove milioni di persone, che utilizzo tale risorsa naturale come discarica per i propri rifiuti.
Le acque si sono dunque trasformate in un flusso immondo, un’immensa pattumiera a cielo aperto che serpeggia nella Giava occidentale.
2) LINFEN, CINA
Linfen, “la città dei fiori e dei frutti”, a partire dagli anni ’80 si è traformata in una vera e propria tomba metropolitana, cui spetta di diritto il primato di città più inquinata del mondo.
Il suo degrado ambientale ha avuto inizio quando sulle colline attorno l’agglomerato iniziarono a pullulare miniere di estrazione del carbone, nonchè industrie siderurgiche, fonderie e raffinerie. Gradulamente l’aria è stata contaminata in maniera permanente da ceneri, monossido di carbonio, azoto, arsenico, piombo, e le falde acquifere sono state irrimediabilmente compromesse.
La città attualmente è avvolta da una coltre nera, che non lascia mai intravedere il cielo. Niente sole, niente stelle. La vita si svolge in un’atmosfera surreale, che ha perso da tempo tutte le peculiarità naturali. La popolazione, principalmente costiuita da gente modesta, assume forme spettrali: abiti scuri, mascherine sul viso, scarpe avvolte in buste di plastica. Una città senza più colore e senza più speranza.
3) THE NORTH PACIFIC GYRE
La NorthPacific Gyre non è altro che un’isola di immondizia galleggiante che fluttua nell’Oceano Pacifico, ampia circa 34 milioni di kmq, un vortice di forma circolare in cui convergono le correnti rotanti oceaniche, che trasportano un’immenso flusso di detriti e spazzatura.
Un’inimmaginabile discarica a cielo aperto, contenente per lo più materiali palstici, che invece di essere degradati si disintegrano in pezzi sempre più piccoli, mantendendola caratteristica polimerica. Tali particelle galleggianti assomigliano a zooplancton ed ingannano i molluschi che se ne cibano. Pertanto le sostanze nocive entrano nella catena alimentare e dunque, oltre a ledere la fauna ittica, possono arrivare fino all’uomo.
Ma che origine hanno questi rifiuti? Da dove vengono? Il rilascio di scarti da parte delle imbarcazioni che solcano l’oceano o le conseguenze dei naufragi che si sono verificati nell’arco del tempo sono eventi troppo sporadici per esser considerati le cause uniche di questo mare di plastica. Molto più ragionevolmente si può pensare allo scarico in mare di tutti quei rifiuti domestici che non hanno trovato opportuna collocazione sulla terraferma.
Geniale pensata, questa del mammifero straordinariamente intelligente: perchè lasciare intatta la componente oceanica, che mette a disposizione un immenso sito di stoccaggio naturale?
4) LAKE KARACHAY, RUSSIA
Situato nella parte occidentale della Russia, a sud degli Urali, il Lago Karachay è stato totalemente contaminato dalle scorie radioattive. A partire dal 1950, infatti, è stato utilizzato come sito di stoccaggio dei residui provenienti dal deposito Mayak, un impianto di produzione del plutonio attivo durante la Guerra Fredda.
Il lago divenne dunque un luogo di deposito delle scorie, che contaminarono immediatamente la falda acquifera che alimentava il corpo idrico, penetrando anche nei terreni e nelle rocce ivi presenti. Si pensa che l’inquinamento prodotto sia arrivato ad intaccare perfino una piccola porzione del Circolo Polare Artico.
Questa discarica nucleare dell’ex Unione Sovietica ha acquisito più radioattività della ben più nota Chernobyl, se si calcola che la stessa risulta diffusa non in un solo luogo come nel caso dell’Ucraina: coloro che sono stati esposti al rilascio di materiale radioattivo sono venuti a contatto con dosi paragonabili a quelle rilasciate dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Il sito stesso potrebbe essere letale dopo una sola ora di esposizione.
Il Lago Karachay non presenta alcuna forma di vita ne alcun tipo di futuro. Gli effetti si ripercuotono ancora oggi sulle popolazioni e sull’ambiente. Per far fronte al disastro è stato riempito di lastre di cemento e sabbia, come si può notare dall’immagine proposta, ma il grado di contaminazione prodotto dallo sviluppo straordinario del cervello di quel mammifero caratterizzato da posizione eretta non può certamente essere arginato.
5) KABWE, ZAMBIA
Kabwe è una città dello Zambia tristemente sfruttata e abbandonata al proprio destino.
All’inizio del ‘900 gli inglesi scoprirono sotto le sue colline ricchi giacimenti di piombo e zinco ed iniziarono un’intensa attività estrattiva, che regalò all’intera area un periodo di ricchezza e sviluppo. L’impronta industriale acquisita crollò nel 1994, quando vennero chiuse le miniere da cui traeva linfa vitale.
Kabwe sprofondò nella miseria e la sua popolazione con essa. Sulle colline circostanti, contaminate da piombo e cadmio, non crebbe più quella vegetazione rigogliosa che le contraddistingueva. Il terreno perse tutte le caratteristiche che lo rendevano tale e le acque locali furono irrimediabilmente compromesse dalle attività praticate.
Oggi Kabwe vive ancora sull’orlo del baratro. Il tasso di piombo nel sangue dei più piccoli supera di ben 10 volte il livello considerato fatale, segno inequivocabile del perdurare dei danni ambientali provocati. Gli abitanti vivono inconsapevoli del pericolo intrinseco che li attanaglia: a Kabwe puoi vedere giovani intenti a scavare su quelle colline per raccattare materiali da vendere sul mercato nero. L’azione umana ha distrutto le fondamenta stesse di questa città, la miseria in cui essa versa fa il resto.
6) L’ORBITA DELLA TERRA
“Vorranno inquinare le stelle?“, si chiedeva Pierangelo Bertoli.
La risposta, per quanto assurda possa sembrare, è sempre la stessa.
In orbita attorno alla Terra è presente un cospicuo quantitativo di rifiuti spaziali:pezzi di satelliti, razzi, residui di equipaggiamento e tutto ciò che l’essere umano può disseminare al di fuori della nostra atmosfera.
Nella classifica sono inoltre compresi i seguenti luoghi:
7)Chernobyl, Ucraina
8)Rondonia, Brasile
9)Yamuna River, India
10)La Orota, perù
11)Haiti,confine con Repubblica Dominicana
12)Applachia, West Virginia
13)Dzerzhinsk, Russia
14)Riachuelo, Argentina
15)Vapi, India
L’elenco delle malefatte del mammifero onnipotente non si esauriscono con questa rassegna.
L’impronta umana sull’ambiente circostante è più che mai nota e visibile. Ognuno di noi, nel suo piccolo, contribuisce ad imprimerla in maniera indelebile.
Fino a quando non riusciremo a sviluppare una coscienza volta alla tutela di ciò che non ci appartiene, continueremo ad essere meritevoli di estinzione.
…Eppure sfiora le campagne
Accarezza sui fianchi le montagne
E scompiglia le donne tra i capelli
Corre a gara in volo con gli uccelli…
Prima o poi pagheremo questo sconvolgimento della natura, basta vedere gli ultimi fenomeni che si sono verificati. Tsunami, terremoti, nevicate eccezionali etc, tutti eventi che se si guarda indietro nella storia si sono verificati una volta ogni circa 50 anni, invece più si va avanti e piu si presentano con maggiore frequenza. Di chi sarà mai la colpa di tutto ciò?? Del dio denaro che non guarda in faccia a nessuno e tanto affascina l’uomo??
Beh sinceramente penso che a tutto ciò ormai non ci sia più rimedio, ci siamo spinti troppo oltre e quindi non ci resta che attendere che la natura si comporti di conseguenza!
Se il vento che ‘soffia ancora’ proviene da Cerrito siamo nella merda…
La terra si è sempre evoluta e trasformata nell’arco della sua lunga esistenza:glaciazioni,disgeli,scomparse di esseri giganti e possenti come i dinosauri.
Cambierà ancora,e molto probabilmente l’essere umano,proprio come gli esseri primordiali, è destinato a scomparire un giorno.
L’uomo per correre dietro agli interessi ECOnomici(che di eco non hanno proprio niente)non sta facendo altro che accelerare in modo crescente questo processo,avvicinando sempre più rapidamente quel fatidico giorno.
E dire che ci riteniamo gli esseri più intelligenti del globo…e invece in quanto a spirito di sopravvivenza tutti gli altri esseri viventi ,compresi i vegetali, ci danno na pista.
Bè,chi se ne frega?!
Tanto noi non ci saremo………………………………
Stavo leggendo, per quanto riguarda Haiti, una teoria di alcuni studiosi, secondo cui il fattore scatenante del terribile terremoto del 2010 sia da far risalire al disboscamento avvenuto negli ultimi anni in quel paese.
Se avete modo di ammirare la foto del confine tra Haiti e la Repubblica Dominicana risulta davvero lampante il degrado in cui Haiti verte…Purtroppo anche in quel caso la povertà e l’ignoranza giocano un ruolo decisivo nel processo di disboscamento!