Tutti parlano giustamente di cosa prevede il decreto Salva Italia del governo Monti, ma quasi nessuno fa notare cosa manca alla manovra che dovrebbe salvare l’Italia.
Prima di scendere nei particolari ci sono due precisazioni importantissime da fare. E’ bene ricordare e sottolineare, anche quotidianamente, che la situazione dell’Italia è gravissima e la responsabilità, oltre che alla crisi economica-finanziaria mondiale, ricade sulla classe politica italiana che ha sempre pensato alla prossima elezione e mai alla prossima generazione e non ha mai avuto il coraggio di proporre riforme per paura di perdere poltrone e potere. Non si può dimenticare,tra l’altro, che finalmente sono tornate sulla scena politica, nel bene o nel male, le riforme e non le leggi ad personam: si è tornato a parlare dei problemi del Paese e non dei problemi di qualcuno; inoltre nei summit europei ora nessuno ci ride più dietro e si ascoltano anche le proposte del Paese che è stato un socio fondatore dell’Unione Europea.La seconda considerazione va fatta sulla nascita e la formazione di questo esecutivo. Nella situazione in cui versava l’Italia era impensabile sia continuare nell’accanimento terapeutico del governo Berlusconi, sia, a causa dei tempi burocratici e soprattutto di una legge elettorale SCANDALOSA, andare alle elezioni. Anche nell’emergenza, però, non si può dare potere illimitato al premier: non si può accettare l’inaccettabile perchè c’è questa particolare e gravosa situazione, non bisogna mai perdere lo spirito critico sulle scelte di Monti & Co. Si è formato un governo tecnico ma soprattutto un governo di poteri forti anzi fortissimi: più che un governo di larghe intese è il governo di Banca Intesa. Nell’esecutivo vi è un conflitto d’interesse costante e continuo e la lista di ministri tanto acclamati dalla stampa e dalle tv, su molti nomi, non mi ha per niente entusiasmato.
Dato per certo il fatto che della manovra d’emergenza l’Italia ha bisogno altrimenti il default diventa una certezza e l’euro un ricordo, questa manovra non può essere considerata come un vangelo.Prendiamo spunto da De Andrè che cantava “Quello che non ho” ed evidenziamo “Quello che (la manovara) non ha”.
In Italia il 50% della ricchezza e in mano al 10% dei cittadini: quindi per me la prima gravissima assenza ingiustificata è quella di una patrimoniale. é assurdo e ingiusto che la manovra la subiscano maggiormente i ceti medio-bassi mentre quelli alti vengono solamente sfiorati. Non è stata inclusa nemmeno la norma sull’aumento dell’Irpef almeno a chi prende più di 100 mila euro l’anno. Sull’equita solo parole e slogan, ma zero fatti.
Un’altra grave mancanza è sicuramente una norma che riduca drasticamente le spese militari riportando subito militari presenti nelle missioni all’estero in Italia. Invece proprio nella passata settimana sono stati fatti dal governo numerosi investimenti tramite Finmeccanica nel settore.
Quello che la manovra non ha è sicuramente una norma che contrasti duramente la lotta all’evasione fiscale con un inasprimento delle pene.E’ vero che c’è una norma sulla tracciabilità che infatti scende a mille euro, ma si poteva tranquillamente portarla a 500 euro come chiedevano le stesse organizzazioni imprenditoriali . Il governo è riuscito finalmente a sfatare il tabù sui capitali “scudati” ,cioè sui detentori di capitali all’estero che hanno usufruito in passato del condono di Tremonti, ma che senso ha limitare la sovrattassa solo all’1,5%? Perché non tassare questi del 5%, visto che questo allora costituì il premio scandoloso all’evasione?
Vuota è anche la casella dei tagli alla politica , a parte la scelta più umana e scenica che efficace di Monti e i ministri che rinunciano al loro stipendio e quella dei tagli alle province. Ma restano intatti e immutati tutti i vitalizi dei parlamentari. SCANDALO.
Ci sono numerose assenze per quanto riguarda la crescita. La crisi dei debiti in Europa ha dimostrato chiaramente come la manovre di sola austerità siano non solo inefficaci ma addirittura controproducenti. In altre parole, tagliando solamente sulla spesa pubblica senza aprire alle opportunità di crescita è deleterio.
La crisi è stata una crisi finanziaria e politica, ma le banche in qualche modo pagano dazio per qualcosa? Ovviamente no.C’è chi può essere colpito dalle misure economiche e chi non può esserlo sia con Monti e sia con Berlusconi. Certe cose non si possono fare e dire ,specie con questo bel conflitto d’interesse nel Governo di Banca Intesa. I responsabili politici ed economici continueranno a mangiare caviale mentre noi ci cureremo con dolorose supposte che saranno addolcite da qualche caramellina avuta di tanto in tanto come regalo.