Dopo aver potuto ammirare “This Must Be the Place”, questa settimana un’altra pellicola di un certo spessore uscirà nei cinema d’Italia: il “discusso” nuovo film di Lars von Trier, “Melancholia”, scelto come film della settimana su L’Indifferenziato.
In totale saranno nove le uscite del weekend: le commedie “Un poliziotto da Happy Hour” di John Michael McDonagh e “Super” di James Gunn, l’horror “Paranormal Activity 3” di Henry Joost (spero che vi sia bastato il primo), il fantasy “Maga Martina 2” di Harald Sicheritz, il drama iraniano “Una separazione” di Asghar Farhadi. Per il cinema di casa nostra, oltre “Cavalli” di Michele Rho, c’è un passo indietro, con le commedie “di Natale”, “Matrimonio a Parigi” di Claudio Risi e “Bar Sport” di Massimo Martelli (se dovete vederli, al massimo in streaming).
“Melancholia” è stato presentato alla 64esima edizione del Festival di Cannes, dove Kirsten Dunst ha ottenuto il premio per la miglior interpretazione femminile. Nel cast presenti, oltre la Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling e John Hurt. Lars von Trier, tornato a distanza di due anni dopo il suggestivo “Antichrist”, è stato molto criticato alla presentazione del suo ultimo lavoro e infine cacciato dalla kermesse francese, per le sue dichiarazioni su Hitler e il nazismo.
Il film è diviso sostanzialmente in due parti. La prima, dove si festeggia il matrimonio di Justine(Kirsten Dunst) con Michael (Alekander Skarsgard), e l’effetto del pianeta Melancholia che scalfisce fisicamente ed emotivamente la sola Justine. Palesi sono i riferimenti al primo “dogma”, ovvero “Festen – festa in famiglia” dell’amico Thomas Vinterberg, in questo caso un matrimonio dei più bizzarri. Nella seconda parte, “Melancholia” minaccia sempre di più una catastrofica collissione con la terra, e questo si riflette su tutti i personaggi, soprattutto per il forte legame di Justine con sua sorella Claire (Charlotte Gainsbourg).
Come sempre i film di von Trier non sono dei più facili, e in questo caso riesce a sottolineare come un evento esterno, un’apocalisse, possa condizionare tutti. Emblematiche le parole di Claire, “La terra è corrotta, non c’è alcun bisogno di affliggersi per lei. Nessuno ne sentirà la mancanza”. In lei, Von Trier, vede la consapevolezza che questo mondo sta volgendo al termine, mentre in Justine è presente l’elemento irrazionale, di chi non riesce a farsene una ragione. Un altro elemento presente e più volte sottolineato all’interno del film è il ruolo della natura nello spazio/tempo, già dal suo prologo di stampo wagneriano. Un film forte, ma sicuramente emozionante per gli amanti del cinema di Von Trier.
Buona visione. Vi lascio con il trailer.
A proposito di nuove uscite… E’ incredibile pensare che uno scrittore come Stefano Benni abbia “prestato” ad un certo tipo di cinema uno dei suoi prodotti più belli.
Per quanto riguarda “Bar Sport” io aspetterei prima di giudicarlo… Non denigriamo sempre il cinema italiano solo perchè “italiano”.
Se guardi bene, nelle scorse settimane ho parlato di: “This Must Be The Place”, “Terraferma” (scelto a rappresentare l’Italia nella corsa all’oscar come miglior film straniero) e “Ruggine”. Il cinema italiano ha seri problemi per quanto riguarda “la commedia”.
Ad esempio questo “Bar Sport”. Vedendo solo il trailer io me ne son fatto già un’idea. Alla fine è una sceneggiatura non originale, e soprattutto riprende i tratti di un qualunque “Cinepanettone”, solo che non li esaspera come in quei film. Era un film che poteva uscire alla fine degli anni ’70. Adesso lo vedo solo anacronistico. Assicurandosi la comicità di Bisio si cerca di ricalcare il successo (economico) di “Benvenuti a Sud”.
Sono pienamente d’accordo. Il cinema italiano è andato “a puttane” negli ultimi anni. Sicuramente sopravvive una piccola parte che ancora ci fa ben sperare.
Consiglio a tutti di leggere Bar Sport non di andare a vedere la versione cinematografica 🙂
Visto lunedì sera. Di mostruosa bellezza. Apolicattico.
Prima parte con una bravissima (e bellissima) Dunst.
Seconda parte ansiogena. Prologo in slow- motion meraviglioso.
Per i cultori..la prima parte mi ha ricordato, in certi frangenti, Festen, il capolavoro “dogmatico” di Vinterberg.
Visto anche “Una separazione” di Farhadi. Stasera Comencini…
Naturalmente era “Apocalittico”
Non mi ricordavo…lo avevi scritto anche tu…bhe certo…
Sono curioso di “Una Separazione”, da vedere.
Mentre ti sconsiglio la Comencini 🙂