Nella domenica in cui l’Italia del calcio vive una delle sue pagine più vergognose a causa dello sciopero dei calciatori, credo sia giusto raccontare la storia di questo semi sconosciuto giocatore spagnolo Javi Poves, che ha soli 24 anni ha deciso di lasciare il calcio, non per problemi fisici, non per bizze e capricci da ragazzino viziato ma perchè stufo delle basi su cui è fondato questo mondo. Il giovane difensore mal sopportava il fatto di appartenere ad una classe di privilegiati in un ambiente pieno di corruzione.
La Carriera- Cresciuto calcisticamente nella cantera dell’Atletico Madrid è passato in seguito al Rayo Vallecano, da lì ha iniziato a girovagare in squadre minori, ma proprio quando sembrava destinato alla mediocrità venne notato da Manolo Preciado, allenatore dello Sporting Gijon che lo fa esordire nella Liga.
I primi malumori– Quando sembrava lanciato a diventare un calciatore di primo livello, Javi iniziò a manifestare i primi segni di insofferenza verso il suo sport. Prima di dire basta definitivamente, aveva gia sorpreso tutti con due richieste fuori dal comune. La prima era quella di sospendere il pagamento del suo stipendio tramite bonifico bancario poichè non voleva che si speculasse sul suo denaro. La seconda richiesta che ha lasciato tutti a bocca aperta è stata quella di poter restituire l’auto che il club gli aveva regalato in quanto lo turbava l’idea di possedere due auto essendo lui una persona sola.
Il calcio è capitalismo– Il calcio è capitalismo e il capitalismo è morte. Non voglio più far parte di un sistema che si basa su ciò che guadagna la gente grazie alla morte di altri in Sudamerica, Africa o Asia. A cosa mi serve guadagnare tanto se quello che ottengo è frutto della sofferenza di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo esiste solo grazie alle disgrazie del resto, per me si dovrebbero bruciare tutte le banche”. Propositi sanguinari? Tutt’altro. “Antisistema o anarchico? Non so ciò che sono, so solo che non voglio prostituirmi come fa il 99% della gente“Parole da vero rivoluzionario quelle di Javi, parole che fanno riflettere specie perchè vengono da un mondo dove il dio denaro ha comprato tutto il possibile. Da quando siamo piccoli veniamo trattati come bestie, ci istigano alla competizione e quando si raggiunge una certa età, poi è difficile tornare indietro. Finché la gente continua ad accettare il sistema che esiste non sarà facile cambiare le cose .
Progetti futuri– Nei progetti futuri dell’ormai ex calciatore c’è quello di iscriversi all’università seguendo un corso di storia e quello di trasferirsi in seguito nelle parti povere del pianeta “per vedere veramente cosa c’è nel mondo e per capire le difficoltà della vità”. Sembra una decisione incredibile soprattutto per i milioni di ragazzi che avrebbero voluto essere al suo posto, ma per Javi Poves, il rivoluzionario del calcio, abbandonare questo mondo era l’unica scelta possibile, poichè non era più se stesso in quell’ambiente. é stato un gesto fortissimo e che deve far riflettere, realizzato da un ragazzo come noi, che si è sentito un criminale stando in un ambiente corrotto e ha reagito urlando la sua insofferenza, non trincerandosi dietro gli enormi privilegi.
Veramente un ragazzo tutto d’un pezzo…
molto interessante…grande Krypto!
ps:ne sai una piu’ del diavolo 😀