“Un diamante è per sempre“.
Sembra rimanere il miglior impiego di denaro per dichiarare il proprio amore eterno. Proprio così. Chiese lucenti, abiti sfarzosi, fiori, candele, tappeti, telecamere, tutto fa pensare ad un giorno che deve essere Il giorno, quello che si ricorderà per sempre o forse più. C’è anche chi, per stile contrario, decide la sobrietà di un semplice sindaco, di un piccolo ristorante di lusso con pochi invitati.
Ma cosa succede?
Anche per il popolo italiano arriva il preoccupante picco di separazioni e divorzi derivato da un aumento costante da circa 40 anni, mentre il numero di matrimoni continua a calare (nonostante leggi che non tutelino i figli di coppie conviventi). L’italia, paese così cattolico, affronta con molta difficoltà questa tendenza in quanto un divorzio viene visto come questione eclatante, danno vitale che segnerà i protagonisti per tutta la vita. Con il passare del tempo questa visione sta mutando in qualcosa di più moderno, prendendo spunto da molti altri paesi che non hanno un peso così determinante della religione, ma soprattutto della cultura di coppia.
Il dato ISTAT che più ci riguarda è questo: abbiamo il più alto numero di separazioni e divorzi proprio nel Lazio. Nella nostra regione possiamo contare addirittura tra le 400 e le 413 separazioni ogni 1000 matrimoni! In poche parole quasi 1 matrimonio su 2 arriva ad una separazione certa. Credo che questi numeri, calcolando la tendenza, molto presto non saranno buoni nemmeno per la Snai. Continuiamo:
– la maggior parte delle separazioni arrivano nella fascia 40-44 anni, ma questa ovviamente è la fine di tutta la procedura burocratica che in italia può durare anni;
– Il numero più alto di separazioni (22% del totale) avviene tra i 5 e i 9 anni di matrimonio;
– In metà delle separazioni e in un terzo dei divorzi è coinvolto un figlio minore;
– dagli anni 2006-2007, l’affidamento di minore ha avuto un forte cambiamento di tendenza, passando dalla sola madre, all’affidamento condiviso.
Abbiamo quindi appurato che la vittima predefinita di separazioni e divorzi sono i figli specialmente se minori; sono loro ad avere i maggiori disagi, spostati da una parte all’altra in matrimoni dove la separazione non è consensuale.
In conclusione, per un rito dove la maggior parte dei “partecipanti” non riconosce il vero significato, credo che la classica pietra splendente sia il miglior modo per dichiarare il proprio amore, anziché spendere cifre come 40-50 mila euro per il solo giorno di gloria; non solo un’esagerazione, ma un’investimento con altissimo rischio imprenditoriale.
in un piccolo comune della provincia di Ferrara pare che un parroco -a proprie spese- abbia deciso di rilanciare il sacramento del matrimonio offrendo ad ogni coppia di sposi un bonus di 500 euro.
http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_cronaca/06/10/Nozze-crisi-parroco-offre-500-euro_7012833.html
probabilmente questa notizia, di per sè irrilevante, mi ha colpita a causa di un mio pregiudizio infondato(?) sulla categoria dei sacerdoti, esclusivamente impegnati a racimolare generose offerte in denaro per ogni causa pia, una volta per i bambini del terzo mondo, una volta per gli anziani lebbrosi, un’altra volta per i terremotati e così via, purchè nessuno osi più contribuire con dei volgarissimi “soldi marroni” tanto non servono a niente.
ed io che credevo che i vari don abbondio fossero attaccati persino ai centesimi…mah
Non c’è nulla di più rischioso e ipocrita che giurare amore eterno solo per adempiere ad una tradizione socio-religiosa.Se arrivi a trent’anni e ‘ancora’ non hai la fede al dito sei quasi un emarginato.Uno a cui manca qualcosa.
Si perde di vista il fatto che il matrimonio è un sacramento,non una tappa obbligatoria,ed essendo un fatto religioso non dovrebbe essere soggetto al discorso economico.Se hai i soldi puoi sposarti sennò no.E’ come pagare una tassa anche sulla propria fede.Spendere anche fino a 50 mila euro per rendere quel giorno indimenticabile…ma perchè?Si pensa davvero che si possa dimenticare quel giorno lì in cui perdi tutte le tue libertà? Che poi se vogliamo dirla tutta è particolare il fatto che la donna per tradizione si veste di bianco(da tempo nessuno più potrebbe permettersi il colore dell’illibatezza) mentre l’uomo in genere sta in nero,tipo lutto.Ci sarà un motivo…Se poi si arriva al divorzio,tra alimenti e magari figli a carico,la scelta cromatica è presto spiegata.